22/10/2007 - Gp Brasile - Gara
Come Juan Manuel Fangio. Come Jody Scheckter. Kimi Raikkonen sale sul tetto del mondo e conquista il suo primo mondiale nell’anno di esordio con la Ferrari, che esce vincitrice assoluta da questo 2007 spettacolare ma sfibrante, entusiasmante ma deprimente nel suo concentrato di veleni, tribunali e polemiche. I nuovi campioni del mondo di Formula Uno hanno lavato via ogni macchia con una gara che, per quanto possa sembrare banale dirlo, resterà nella storia.
Il crollo delle McLaren, qui in Brasile, la terra che ha consacrato per ben due volte l’iride di Fernando Alonso, è stato nettissimo, evidente, troppo grande per una squadra che fino a due gare fa aveva il titolo Piloti in tasca. Senza contare l’ennesimo fattaccio avvenuto il sabato nel corso delle qualifiche, quando Hamilton, in uscita dalla pit-lane, ha praticamente costretto all’errore Kimi Raikkonen, che sopraggiungeva in quel momento nel corso del proprio giro lanciato per andare a prendere la pole. Una possibile furbata che ha consentito a Lewis, ancora una volta impunito, di mettere la propria macchina accanto a quella di Massa, poleman in terra natia.
Una sorta di giustizia invisibile, insondabile, ha però restituito al mittente ogni cosa per posta prioritaria: dopo una partenza da manuale per le rosse, subito davanti, Hamilton è stato prima sopravanzato e poi costretto a un’uscita di pista da Fernando Alonso. Come se non bastasse, dopo una manciata di giri la sua McLaren ha anche accusato problemi elettronici che lo hanno fatto rallentare e finire in diciottesima posizione, con una gara impossibile e tutta in salita.
Questo è stato solamente il contorno ideale per il piatto vincente della Ferrari, che ha dimostrato una superiorità quasi imbarazzante oggi a Interlagos. Non ci sono stati tra l’altro giochi di squadra: Felipe Massa, primo per due terzi di gara, non ha dovuto cedere la posizione al suo compagno di squadra, che invece ha rifornito qualche giro dopo il brasiliano, effettuando quei super-giri veloci che hanno fatto la differenza e gli hanno consentito di piazzarsi davanti e andare a conquistare il mondiale, in pieno stile Michael Schumacher.
Battuto Fernando Alonso, comunque sorridente: sul podio di San Paolo c’era ancora una volta lui a difendere i colori di quella McLaren che ormai sembra non appartenergli più. Il tanto sospirato sedile che sembrava attenderlo in casa Ferrari è svanito da qualche giorno grazie alla notizia che Felipe Massa vestirà la tuta rossa fino al 2010, addirittura oltre l’attuale contratto che ha con la Ferrari lo stesso Raikkonen. Un brutto colpo per Fernando, che può riporre le sue speranze in un eventuale ritorno alla Renault, e che si ritrova improvvisamente senza valide alternative al posto della McLaren.
Battuto anche Lewis Hamilton, quasi perfetto durante tutta la stagione ma visibilmente appannato proprio nelle ultime due fondamentali gare del campionato, quelle in cui Raikkonen ha invece tirato fuori il massimo. En plein per il team in rosso, dunque, già campione del mondo Costruttori dall’appuntamento in Belgio poco più di un mese fa.
Una festa inattesa, ma mai giudicata impossibile, che ha il sapore di una conquista da annali, al cardiopalma, per questi motivi ancora più dolce e bella da godere. Una festa che, però, stando alle ultime notizie che giungono dai box di Interlagos, rischia di cambiare faccia: nel corso delle verifiche tecniche post-gara sono state trovate delle irregolarità nella temperatura del carburante delle BMW e delle Williams. In parole povere, se i due team dovessero essere riconosciuti colpevoli, rischierebbero la squalifica. A trarne un vantaggio totale sarebbe proprio Hamilton, che avanzerebbe di svariate posizioni in classifica guadagnando a tavolino quei pochissimi punti che gli varrebbero il titolo. Un titolo, ovviamente, soffiato a Kimi Raikkonen. E’ con queste tristi storie da verifiche, sospetti e regolamenti che si chiude una stagione già massacrata da errori, sentenze, imprecisioni, incomprensioni e quant’altro.