e dopo il motociclista da bar non poteva mancare il motociclista da giornaletto
Il motociclista da giornaletto
Questo individuo, non appena passata la sbronza di Capodanno, corre in
edicola ad acquistare i vari giornali di moto per vedere come saranno le
nuove moto, ed incomincia a costruire castelli in aria e sognare di vincere
il Gran Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio.
Attende con ansia il numero di Motociclismo dove viene fatta la prova
comparativa delle 600 sportive, lo legge avidamente, e scarta in
successione:
la Ducati 749, perchè è bicilindrica e poi le moto italiane gli stanno antipatiche;
la Kawasaki 600 perchè, oltre ad essere orribilmente verde, sulla
pista di Calafat (che lui non sa neanche dove sia), è più lenta sul giro di
ben 2 decimi di secondo rispetto la Honda; la Yamaha 600, perchè i freni
nell'uso gravoso in pista allungano di 40 cm lo spazio di frenata rispetto
la Honda; la Suzuki 600, perchè a causa del peso superiore di ben 700
grammi, è più lenta di 15 millisecondi in accelerazione sui 400 metri
rispetto la Honda.
Dopo questa approfondita analisi, corre dal concessionario per permutare la
sua Suzuki GSXR 600 vecchia di 7 mesi, ormai sorpassata dalle nuove
tecnologie Honda, con la nuova CBR 600R; il concessionario gli mostra una
lista d'attesa lunga come la via Appia, ma lui lo corrompe offrendogli la
Suzuki in permuta 3000 euro, un prezzo pari alla metà del valore di mercato,
purchè sia il primo ad avere il nuovo gioiello di Hamamatsu. Il
concessionario ci sta, però vuole la Suzuki subito come pegno in conto
vendita, il motociclista da giornaletto accetta, 2 ore dopo il
concessionario ha rivenduto la Suzuki a 6000 euro, dopo 2 mesi telefona al
motociclista dicendo: le moto stanno arrivando, a proposito ho un cliente
interessato per il tuo Suzuki ma mi offre 2800 euro, che faccio, gliela do?
Il motociclista da giornaletto, strappando la promessa che gli immatricolino
la moto entro il prossimo fine settimana, accetta. Il giorno fatidico si
reca dal concessionario, firma cambiali per 10000 euro, incassa i 2800 euro
della vendita della Suzuki, e sale in sella del nuovo gioiello di Hamamatsu
tra gli sguardi perplessi dei meccanici e del concessionario e,
specchiandosi nella vetrina, si accorge con orrore di avere indosso una tuta
bianco-azzurra ed un casco Fujiwara che non sono pandant con la scritta che
porta sul serbatoio. Torna a casa, e dopo una notte insonne passata a
sfogliare Motosprint, compila una lista della spesa così fatta: tuta
Dainese; casco Shoei; guanti Spidi; stivali Alpinestars. Torna dal
concessionario, che dopo una rapida trattativa gli procura la mercanzia
richiesta in cambio del vecchio abbigliamento (vecchio per modo di dire,
l'aveva comprato 7 mesi prima) e dei 2800 euro ottenuti dalla vendita della
Suzuki; dopo pochi minuti che lui se n'è andato, l'acquirente del Suzuki,
appostato come un falco all'angolo della strada, entra ed acquista tutta
l'attrezzatura usata al prezzo di 400 euro. Felice per essere vestito come i
piloti che tutte le domeniche fanno palpitare i cuori degli appassionati,
inizia la delicatissima fase del rodaggio secondo quanto letto nei manuali
di tecnica motociclistica di Massimo Clarke: si mette sul raccordo anulare,
e ne esegue 16 volte il giro (totale 990 km) ad una velocità compresa tra i
100 ed i 120 km/h. Dopo 10 ore torna a casa distrutto, e dopo aver letto su
Mototecnica i valori di serraggio delle testate del suo CBR, si addormenta
sognando Erv Kanemoto che gli fa il primo tagliando. In realtà il meccanico
del concessionario si chiama Righetto, e quando lo vede entrare in officina
per il tagliando dei 1000 km dopo solo 2 giorni dall'acquisto della moto si
frega le mani: dopo che il motociclista si è raccomandato tanto sulle coppie
di serraggio della testata, gli cambia l'olio e il filtro, e gli presenta il
conto facendogli credere che gli ha smontato le testate per lucidargli i
condotti; il motociclista da giornaletto è costretto a vendersi il cellulare
per pagare i 500 euro del primo tagliando; nel frattempo la moto è stata
usata per tutta una settimana da Righetto ed i suoi amici, con impennate,
sfrizionate e fuorigiri a più non posso. E' arrivato il giorno della prima
uscita ufficiale: il motociclista da giornaletto ha tenuto nascosto a tutti
l'acquisto del nuovo bolide di Hamamatsu, e si reca al punto di ritrovo
(benzinaio Esso della Flaminia) per sbalordire gli amici del gruppo con la
sua nuova cavalcatura; arrivato lì, lo sbalodirmento viene a lui, perchè ben
14 dei 18 componenti del gruppo sono in sella alla nuova, fiammante,
introvabile CBR 600R, ed essendo tutte le moto uguali, ed anche vestiti
praticamente uguali, nessuno riesce a distinguersi.
Dopo aver fatto benzina, preso il caffè, e regolato le sospensioni secondo
quanto suggerito nell'articolo di In Moto, il gruppo selvaggio parte con
destinazione Narni, sgasando come e più che nei box della MotoGP, e
zigzagando fino al secondo ingresso del cimitero di Prima Porta per scaldare
le gomme sui fianchi, dove un vigile li ferma per permettere alle auto di
uscire dal cimitero; mentre aspetta il via libera, il motociclista guarda i
cipressi, si alza sulle punte dei piedi e si tocca i maroni, subito
imitato dagli altri amici perchè questo gesto fa tanto Valentino Rossi, si
da una grattatina al kulo, controlla per l'ultima volta con la coda
dell'occhio lo stato della spalla del pneumatico posteriore, ingrana la
prima e parte.
Come potete ben capire, sono appena iniziate le prove libere del Gran Premio
della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio. Le prove vengono
usate per testare le moto da poco arrivate dalla factory di Hamamatsu,
metterle a punto, controllare se l'asfalto della Flaminia sia stato rifatto
in qualche curva e verificare le velocità massime con i rapporti di serie,
cosa cui provvedono con l'autovelox alcuni poliziotti travestiti da
commissari di corsa. Non trattandosi di una corsa vera e propria, arrivare
primi non porta alla gloria ma solo ad una grande soddisfazione morale, e
qui tra tutte le CBR600 R 2003 svetta un tipo con la CBR600 del 1987, tuta
gialla con scritta blu, che sta un pò sul culo agli altri del gruppo perchè
si lamenta di essere l'unico con la moto vecchia, e suo padre non gli vuole
comprare almeno la carenatura come quella nuova. Ma torniamo al protagonista
della storia: partito come un razzo, con tanto di impennata e saluto con la
mano al pubblico che assiste lo show (ovvero contadine che ai bordi della
strada raccolgono cicoria e lumache), stira le marce fino alla sesta fino
all'entrata del limitatore di giri, viene flashato dalla polizia a 230 km/h
alla fine del primo rettilineo, e viene sorpassato da tutto il gruppo alla
prima staccata, che anticipa clamorosamente di 100 metri perchè spaventato
dalla troppa velocità; arriva in curva a 40 km/h con la sesta ancora
inserita, apre il gas e scopre quanto avesse ragione il test di Motorcycle
News, secondo il quale la CBR600 R è un pò vuota in basso; scala di getto 5
marce, riapre il gas e la moto gli si impenna a 90 gradi, chiude il gas e
pinza il freno davanti invece che quello dietro, la ruota davanti tocca
terra bloccata e scarta, lui lascia il freno e il manubrio inizia ad
oscillare impazzito, anche la ruota posteriore inizia a saltare, si fa 100
metri in preda alle convulsioni della moto, infine lo sbacchettamento
termina e la moto si ferma a 10 cm dal fosso che costeggia la strada. Il
nostro eroe scende, guarda con terrore se c'è qualcuno che ha assistito alla
scena, fa pipì nel fosso (non senza difficoltà, vista la tuta intera), da
un'occhiata sprezzante all'avantreno della moto, si dice che un'ammortizzare
di sterzo migliore potevano pure montarcelo, regola le sospensioni
indurendole al massimo (così la moto oscillerà di meno), e riparte
all'inseguimento del gruppo, ormai scomparso all'orizzonte. Mentre si
produce nel suo massimo sforzo per recuperare il distacco, durante una piega
inaudita alla esse di Morlupo, viene superato all'esterno da una Suzuki
GSXR600 guidata da uno vestito in maniera familiare... Arrivato ai tornanti
che precedono Civita Castellana, viene passato sul primo tornante da un
monocilindrico Gilera Saturno 600 (quello però col motore 4 valvole ad
acqua, che vi credevate!), e nel secondo tornante da UDITE! UDITE! un
bicilindrico Monster 600 col bauletto; punto nell'orgoglio, tenta una
reazione al terzo tornante, ma dopo aver piegato leggermente più del solito
ed aver aperto il gas un attimo prima, la ruota posteriore perde leggermente
aderenza, la moto scoda dietro di 10 cm, ed invece di mantenere il gas semi
aperto e chiudere la curva in leggera derapata, il cretino chiude tutto
facendo riprendere bruscamente aderenza alla gomma posteriore, che inizia a
scodinzolare (avendo indurito al massimo le
sospensioni) leggermente a destra e sinistra. Stringendo forte le mani sul
manubrio, raddrizza la moto e attraversa frenando tutta la carreggiata
stradale, fermandosi contromano sull'orlo del fosso che costeggia la
Flaminia, mentre i Carabinieri che sono sempre appostati all'uscita di quel
tornante per fare le multe anche se non hai fatto niente, si fregano le
mani. Dopo esser stato multato per guida pericolosa, non senza aver tentato
di spiegare ai Carabinieri che la colpa non era sua, ma delle gomme già
finite, si rimette in sella e si avvia lentamente ai box di Sassacci; lì
trova gli amici del gruppo, riuniti a controllare le gomme, regolare le
sospensioni, e domandarsi chi fossero quel Saturno e quel Monster che li
avevano passati; dopo essersi scambiati le impressioni di guida, aver
sentito il tipo con la tuta gialla lamentarsi perchè la sua moto non ha la
marmitta sotto il codone come quelle nuove, aver concordato che la CBR600 ha
bisogno di un ammortizzatore di sterzo migliore, visto che il tempo si sta
annuvolando le prove libere vengono chiuse lì ed il gruppo decide di tornare
a casa. Sulla via del ritorno, il nostro intravede a metà di un rettilineo
un casco Fujiwara che guida lentamente un Suzuki GSXR600, scala due marce,