signori e signore......l'inmenso Troy Bayliss

qui tutto quello che troverò sul mio DIO TROY BAYLISS


Troy Bayliss (Taree, 30 marzo 1969) è un motociclista australiano.

Inizia l'avventura nel mondo del motociclismo a 27 anni, dopo anni passati a fare il carrozziere. Dopo le prime corse, comincia a prendere fiducia in se stesso e continua l'avventura di motociclista. Inizialmente nel suo paese di origine, guidando Kawasaki e Suzuki nelle formule minori fino al 1997; successivamente si trasferisce in Inghilterra per gareggiare nel campionato di Superbike inglese alla guida di una Ducati e passare, nel 2000, al campionato mondiale della categoria sempre in sella alla moto di Borgo Panigale al posto del britannico Carl Fogarty.

Nel suo palmarès personale si segnalano i titoli di campione del mondo Superbike nel 2001 e 2006 e di vice-campione nel 2002 dopo una lunga lotta sul filo del rasoio con Colin Edwards che gli scippò il mondiale nell'ultima gara ad Imola.

Nel 2003 il passaggio alle gare del motomondiale in sella alla Ducati Desmosedici di MotoGP con compagno di squadra Loris Capirossi. Nell'annata riesce a classificarsi sesto assoluto, conquistando tre podi grazie ai terzi posti dei Gran Premi di Germania, Repubblica Ceca e Spagna.

L'anno successivo, il 2004, inizia con grandi attese che vengono deluse; la Ducati non riesce a sistemare a dovere la moto se non a fine stagione e Troy conclude il mondiale con un deludente 14° posto in classifica generale con un unico exploit, il 3° posto nell'ultimo gp. stagionale, il Gran Premio di Valencia.

Nella stagione 2005 ha gareggiato in MotoGP nella scuderia Honda gestita da Sito Pons senza ottenere risultati di rilievo e giungendo al termine 15° in classifica generale, causa uno scarso feeling con la moto ed un infortunio alla vigilia del GP del Giappone. Per lui il miglior risultato è un 5° posto nel GP degli Stati Uniti, a Laguna Seca.

Nel 2006 viene ripescato dalla Ducati, con cui corre nuovamente il mondiale Superbike in veste di pilota ufficiale Ducati, marca che gli ha garantito finora i migliori risultati in carriera.

Il mondiale 2006 inizia bene per Troy che ottiene nei primi due round della stagione 75 punti, frutto di due secondi, un successo ed un sesto posto, che gli permettono di comandare la classifica, tenendosi alle spalle i suoi rivali, Troy Corser, James Toseland e Noriyuki Haga. La stagione prosegue con altre 3 "doppiette", che gli permettono di incrementare la sua leadership sul rivale designato, Troy Corser. Il primo ottobre ad Imola, con 3 manche d'anticipo si laurea campione del mondo.

Viene poi chiamato dalla casa di Borgo Panigale a disputare l'ultima gara di MotoGP nel 2006, a Valencia, in sostituzione di Sete Gibernau, perennemente infortunato. L' impresa che gli riesce è grandiosa: ottiene la vittoria con la casa che l'aveva scaricato 2 anni prima, dopo un anno che non correva più in MotoGP (per lui che neanche voleva fare quel gran premio).

Nel 2007 riparte in SBK, ottenendo piazzamenti nelle prime due gare in Qatar e Australia (vittoria in Gara 2). Nella prima manche del GP d'Europa, a Donington Park, perde il controllo della sua Ducati. La caduta gli causerà l'amputazione delle falangi del mignolo destro. La stagione, complice l' inferiorità tecnica della 999, è sottotono: termina al 4° posto dietro al neocampione Toseland, a Noriyuki Haga e Max Biaggi, quest' ultimo scaricato dalla Suzuki a fine stagione.

Inizia bene anche la stagione 2008, sulla nuovissima Ducati 1098, cogliendo una vittoria nella prima manche della gara svoltasi a Losail, Qatar, beffando Max Biaggi poche curve prima del traguardo finale. Nella seconda manche, vinta da Fonsi Nieto, Troy arriva 4°.

Troy Bayliss, volere è arrivare
Da carrozziere a campione di Superbike, passando per un ritiro della patente e decine e decine di km in bici. Perché se hai un sogno, non devi mai mollare

L'INTERVISTA

di Cristina Marinoni
foto Ansa

Chino sulla sua fiammante Ducati 999 Superbike, ne sfiora piano la carenatura. Amore di pilota o vecchia abitudine di carrozziere?


L’uno e l’altra. Infatti Troy Bayliss, campione Superbike 2001 (e se tutto fila liscio, presto anche 2006), ha una storia tutta da raccontare. Prima di diventare uno dei biker più acclamati, invece che portarle al traguardo, le moto le verniciava, e non solo quelle. Già perché il suo primo lavoro a Taree, in Australia, era proprio quello di carrozziere.

Come è avvenuto il passaggio dall’officina alla pista?
«Andiamo con ordine. Bisogna dire anzitutto che la passione per i motori l’ho sempre avuta, è un’eredità di famiglia. Infatti è stato proprio mio padre, quando avevo 6 anni, a regalarmi la prima motocicletta. Ed era sempre lui ad accompagnarmi alle garette di motocross».

Poi, come è successo che sei finito a fare il carrozziere?
«Ho sempre voluto essere indipendente anche economicamente, così a 14 anni ho accettato questo lavoro, che in Australia - come penso anche da voi - ti dà ottime chance: se ti giochi bene le tue carte, non è difficile arrivare in breve tempo ad aprire un’attività in proprio».

Tu però hai lasciato perdere l’impresa per affrontare quella di correre in Superbike...
«È stato un concorso di cause, in cui il destino ha giocato un ruolo decisivo. Dopo quattro anni che verniciavo macchine, è successo che della macchina... mi sono fatto ritirare la patente. Così, per andare al lavoro mi sono dovuto arrangiare con una bicicletta. E sul tragitto delle mie pedalate mattutine mi fermavo sempre a sbavare davanti alla vetrina di una concessionaria di moto per ammirare una splendida Kawasaki 750...».

Che hai finito per comprare?
«E con che soldi? Ho dovuto lavorare ancora 5 anni alla carrozzeria e mia moglie Kim mi ha aiutato a mettere via la somma che serviva per acquistarla. Da quella moto è ripartita la mia riscossa: ho ricominciato a fare gare e a vincerle, fino alla grande avventura del Mondiale Superbike del 2001».

Sei la dimostrazione vivente che a volte vale la pena rischiare anche se hai un lavoro sicuro...
«Diciamo che quando senti la necessità di misurarti con le tue aspettative, non puoi fare finta di nulla: devi prendere il toro per le corna e provarci».

Come si capisce che è ora di provarci?
«Semplice. È l’ora quando ti rendi conto che mentre progetti nuovi impegni ci guadagni in salute, perché quei problemi che prima ti facevano perdere il sonno si trasformano in banalità».

E se chi ti sta attorno non crede a quello che stai facendo?
«È stato proprio il mio caso. Molta gente, tra cui amici e parenti, mi dava contro e giudicava assurdo che spendessi tutti i miei soldi in qualcosa che non aveva il minimo futuro. Per non parlare del mio capo alla carrozzeria: quando gli ho detto che mi licenziavo, mi ha dato del pazzo scriteriato. L’unica persona che mi è stata sempre vicino è stata proprio mia moglie Kim».

E cosa dici a chi si sente troppo vecchio per inseguire un sogno?
«Dico che contano l’entusiasmo, il gusto per la sfida e il tuo tasso di determinazione, non l’età. Io la testa dura l’ho sempre avuta: per essere indipendente economicamente, a 8 anni mi alzavo tutte le mattine alle 3, in bici raggiungevo la panetteria del quartiere e davo una mano al fornaio in cambio di qualche dollaro. Poi via a scuola».

Adesso hai 37 anni e il divario di età rispetto ai tuoi colleghi è cresciuto ancora. Continui a non avvertirlo?
«No. E per un motivo molto semplice: il talento serve, ma da solo non è abbastanza. Per essere competitivo devi avere fame di diventare il migliore, qualsiasi sia il tuo mestiere. Ciò non significa che devi diventare superbo, né che devi cadere in un delirio di onnipotenza. Semplicemente, devi conoscere le tue capacità. Per quanto mi riguarda, i successi non mancano. E quelli cancellano ogni data di nascita».

guarda che puoi inserire più di un immagine e/o video per post!



x bayliss